ITALIANO





RAFAH LIBRE !!!!


Comunicato di Jacques-Alain Miller, h. 17.45 del 19/10

Tramite il Comitato di sostegno a Rafah Nached, ricevo questa mail del Signor Fethi Benslama, direttore dell'UFR Scienze Umane cliniche dell’Università Paris-Diderot Paris 7, di cui è membro del Consiglio di Amministrazione.


Cari/e colleghe, ecco la mozione che ho proposto, ieri pomeriggio, al Consiglio dell’Amministrazione dell’Università Paris 7 per la liberazione di Rafah Nached e che è stata votata all’unanimità. La indirizzerò a tutte le università francesi e al maggior numero possibile di università europee. A voi vedere come rispedire questo invio.
Cordialmente.
 __________________________

Mozione del Consiglio di Amministrazione dell’Università Paris Diderot Paris 7, per la liberazione di Rafah Nached

Il Consiglio di Amministrazione dell’Università Paris Diderot Paris 7 e il suo presidente chiedono alle autorità siriane la liberazione immediata di Rafah Nached – psicoanalista e ex studente formatasi nella loro Università –, ingiustamente detenuta dal 10 settembre e il cui stato di salute è allarmante. Essi si associano a tutte le voci che si alzano per esigere l’arresto della violenza e la fine di tutte le detenzioni arbitrarie in Siria. Invitano i loro colleghi delle università francesi ed europee ad associarsi a questo appello.
Paris, 18 ottobre 2011



LQ 54
JACQUES-ALAIN MILLER
Resoconto del FORUM DELLE DONNE
“per Rafah!”

Scritto per il sito LE POINT

Il Forum delle Donne “per Rafah!” che si è tenuto domenica pomeriggio nel Grande Auditorium del Palazzo dei Congressi a Parigi, è stato un successo totale. Il clou: il giorno stesso delle primarie socialiste, la presenza di Martine Aubry, circondata da un nugolo di giornalisti, fotografi, cameraman, e il suo discorso, saluto da una standing ovation.

Unico oratore di sesso maschile, Alexandre Adler, il brillante editorialista del Figaro, saggista dalle vedute trasversali, ha presentato la storia della Siria e il suo possibile avvenire sotto una luce originale; Blandine Kriegel, la celebre filosofa dello Stato di diritto, che fu anche una consigliera vicina a Jacques Chirac, ha ricordato le grandi scansioni delle lotte di liberazione delle donne; Cynthia Fleury, filosofa di una precedente generazione, ha prolungato le tesi del suo recente saggio su La fine del coraggio a proposito della democrazia e delle donne.

Facendo tappa al Forum nel mezzo della campagna pro-Olanda, Aurélie Filippetti ha spiegato il ruolo di vettore di laicità che le donne potrebbero giocare nel Medio-Oriente. Molto attiva per liberare Rafah, la produttrice Fabienne Servan-Schreiber ha mostrato come la fiction tocchi il reale. Animatrice della famosa associazione Ni putes ni soumises, Sihem Habchi ha ritrovato gli accenti di Fadela Amara per far vibrare i temi dell’emancipazione delle donne mussulmane. Valérie Toranian, di Elle, ha entusiasmato il pubblico nel dare un’idea delle vedute cittadine della redazione della celebre rivista femminile.

D’altra parte, dopo Judith Miller, figlia di Lacan, presidente del Campo Freudiano, abbiamo ascoltato, Agnés Aflalo, Aurélie Pfauwadel, Clotilde Leguil, Carole Dewambrechie La Sagna, Deborah Gutermann, Dominique Miller, Flory Kruger e Lilia Mahjoub. Fouzia Liget ha presentato davanti Martine Aubry il suo itinerario analitico di figlia di immigrati marocchini, trovando nella sua analisi le vie della sua emancipazione in rapporto alla tradizione arabo-musulmana, e, contemporaneamente, quelle della sua riconciliazione con l’Islam. Il rettore della Grande Moschea di Parigi, dr. Dalil Boubakeur, ha inviato un messaggio chiedendo che “sia fatta ogni cosa per ottenere la liberazione di una consorella che non ha in alcun modo meritato la sorte che le è imposta. Mi associo pienamente al movimento ingaggiato per il suo ritorno alla sua normale attività e alla sua famiglia”.

All’inizio del Forum, Julia Kristeva aveva posto alla mia domanda i fondamenti della problematica con un’ampia esposizione teorica originale, partendo da una lettura generosa degli scritti di Rafah Nached per tracciare, integrando con i concetti di Lacan, le prospettive della psicoanalisi nel XXI secolo.

La conclusione è toccata ai responsabili dell’Associazione mondiale di Psicoanalisi (Eric Laurent, Graciela Brodsky, Leonardo Gorostiza) e dell’Ecole de la Cause Freudienne (Jean-Daniel Matet).

L’insieme del forum è stato presieduto, insieme a mé medesimo, da Isabelle Durant, vice-presidente (Verdi) del Parlamento Europeo, che ha spiegato con foga le ragioni del suo impegno per la liberazione di Rafah, tanto al Parlamento che nell’opinione.

Tra gli assessori erano rappresentati, con l’Eurofederazione di Psicoanalisi (Gil Caroz) le rivista La Règle du jeu (Maria de Franca), Le Diable probablement  (Annaelle LEbowits-Quenehen) e Lacan quotidien (Anne Poumellec, Eve Miller-Rose, Kristell Jeannot).

Ancora tre punti:
1)    Un’informazione comunicata da Mauricio Tarrab, presidente dell’EOL, Scuola Lacaniana con sede a Buenos Aires: le autorità argentine saranno disposte a intromettersi per ottenere la liberazione di Rafah.
2)    Un grande momento: il “Baccano per Rafah FlashMob” davanti al Palazzo dei Congressi: https://www.youtube.com/watch?v=bXh4joCjD64%feature=youtube_gdata_player
3)    Infine, Carla Bruni-Sarkozy, impossibilitata a venire a causa del suo stato di gravidanza avanzata si è tenuta puntualmente al corrente dello svolgimento del Forum, del cui successo le dobbiamo molto: ha di fatto scritto una lettera aperta al marito di Rafah, reclamando la rimessa in libertà della psicoanalista e affermando la propria solidarietà con la sua famiglia.


Aurélie Pfauwadel
Essere una donna psicoanalista in Siria.


È possibile per noi produrre un’immagine di quel che significa essere una donna medico e psicoanalista in Siria oggi?

Mi è già capitato in tre occasioni di dovermi arrendere a Damasco, qualche anno fa. Come tutti i turisti, rimasi affascinata dalla bellezza incomparabile della Moschea degli Omayyadi, e dei brulicanti dedali dell’immenso souk, non ancora sfigurato, e nemmeno ridotto a semplice effetto folcloristico, dal turismo di massa. Ricordo ancora in modo assai vivido le innumerevoli seccature dell’aeroporto, le lunghe ore d’attesa alla frontiera libanese, l’atmosfera poliziesca. Le spalle nude, il femminile, da Beirut a Damasco la sorte riservatagli non è stata la stessa: bisognava così allungare le maniche, e le gonne, e abbassare umilmente gli occhi in quelle vie piene di uomini, per evitare ogni provocazione.
In un tal contesto, precisamente al fine di praticare la psicoanalisi ed insegnarne i rudimenti, Rafah Nached ha colto molto bene il bisogno di tener conto della particolarità del discorso del mâitre con cui aveva a che fare.
In assenza di un capo d’imputazione ufficiale, i media hanno supposto che l’arresto di Rafah Nached fosse da mettere in relazione con i gruppi di parola (basati sulla metodologia dello psicodramma) che Rafah animava la domenica con i gesuiti di Damasco. Tali riunioni, aperte a tutte le confessioni, ai compagni come agli avversari di Bachar El Assad, avevano come scopo quello di permettere a ciascuno di esprimere le sue paure, nel tentativo di superarle.
Quello che anima Rafah è la causa analitica: in modo pionieristico nel suo paese, ella ha voluto introdurre la presa in considerazione del soggetto sofferente negli ospedali psichiatrici siriani, dove non esistono che trattamenti medici ed elettrici. Rafah ha formato gli psichiatri del proprio paese alla dimensione psichica dei disturbi dei loro pazienti, fornendo loro i mezzi per una lettura freudiana della logica dei casi. Ella ha fondato la prima scuola di psicoanalisi siriana. E noi sappiamo qui, alla École de la Cause freudienne, quanto il desiderio di scuola incida su un desiderio attivo di trasmissione della psicoanalisi nel mondo contemporaneo.
Rafah e suo marito rivendicano la loro apoliticità. Come donna psicoanalista che sa darsi i mezzi del suo desiderio aveva ben compreso come una tale assenza d’impegno politico fosse la condizione sine qua non per una diffusione del discorso psicoanalitico in Siria.
Le riunioni settimanali sulla paura si volevano perciò assolutamente trans-politiche. Venivano condotte non da uno scopo di sovversione o di destabilizzazione del regime, ma semplicemente da una mira etica: mettere parole sulle paure, al fine di circoscriverle, e di canalizzarle ‘perché non si trasformino in violenza’. Uno psicodramma poteva, per esempio, focalizzarsi in modo particolare sulla paura degli scontri confessionali e di una libanizzazione del paese. Si sarebbe trattato, qualche volta, di distinguere le paure e i loro oggetti singolari.
Come è possibile che Rafah Nached ha sia stata arrestata malgrado l’apoliticità volontaria di cui non aveva fatto mistero?
Nel 2010, nella rivista freudiana Topique, Rafah Nached indicava: ‘Il paradosso è che tutti hanno paura in Siria. Per quale motivo il regime usa la violenza e la repressione? Perché ha paura di perdere il potere. E le persone che manifestano, credete che non abbiano paura?’ Nell’espressione ‘il timore delle masse’ o ‘la paura del popolo’, si può notare il doppio senso del genitivo (oggettivo e soggettivo): si tratta altrettanto bene del timore che provano le masse e di quello che le masse ispirano a coloro che si trovano nella posizione di governare, dello Stato come tale. D’altronde un’articolo dedicato all’arresto di Rafah portava il titolo: ‘La psicoanalisi che fa paura a Bachar El Assad’.
Di qui, senza dubbio, il grande malinteso che ha portato alla catastrofe della carcerazione di Rafah: bisogna supporre che, dal punto di vista del regine siriano, lavorando sulla paura, Rafah Nached non si sia attaccata a chissà quale affetto. La paura (o il timore) è stata da tempo teorizzata, nei trattati di filosofia politica, come l’affetto per eccellenza di sottomissione allo stato e dell’obbedienza del popolo. L’esempio più celebre è quello del Leviatano di Hobbes, dove si trova sottolineata l’importanza cruciale per lo Stato-Leviatano di padroneggiare i timori dei suoi soggetti al fine di imporre il rispetto. Si trova là il senso del simbolo biblico del Leviatano, il mostro marino, che deve apparire come la più grande potenza su questa terra, potenza che suscita timori d’ogni genere ma che non ne prova alcuno.
Mentre dare un nome alla paura aveva per Rafah Nached una portata etica orientata dalla psicoanalisi, i dirigenti hanno creduto di vederci un rischio politico. Speriamo sapranno intendere gli echi crescenti della paura che ormai ci sopraffà.

Carole Dewambrechies La Sagna
Bisogna liberare Rafah


Rafah Nached, psicoanalista a Damas, Siria, è scomparsa la notte del 10 settembre mentre si trovava nell’aeroporto della città. Abbiamo poi appreso che è stata arrestata e portata nella prigione delle donne di Damas, malata, con problemi cardiologici, e senza trattamento. La libertà sotto cauzione è stata rifiutata, ma se l’informazione è giusta, può ricevere della posta. Forse riceverà per posta ciò che si dice questo pomeriggio per sostenerla e per ottenere la sua liberazione. Rafah Nached non si è opposta ai dirigenti del suo paese, Rafah Nached esercita e insegna la psicoanalisi. Rafah Nached ha scritto un piccolo numero di testi disponibili nelle riviste francesi. Uno dei quali racconta della sua  azione e del suo lavoro che hanno dato vita alla Scuola psicoanalitica di Damas, nel 2000, la prima creata.
Dal 1985 Rafah  fa sentire il suo lavoro in termini giusti, discreti, precisi. Lo fa sentire  con la frase seminare la cultura psicoanalitica”. E’ a ciò che si dedica. E racconta delle resistenze che ha incontrato: quelle della società, quelle dell’università, quelle dei narcisismi, quelle dello psuedoscientismo che ha per nome comportamentalismo  che si  insinua così bene nell’educazione dei giovani per farvi valere le esigenze del super-io. All’inizio della sua carriera, Rafah Nached ha restituito la parola ai residenti di quello  che si chiamava un ospizio per anziani, a Alep; una specie di ospedale psichiatrico dove i dolori erano indistinti: psicosi, vecchiaia, epilessia, etc. Lì lei ha aperto degli ateliers, ha ingaggiato dei volontari,  ha iniziato  un lavoro sul lamento del paziente, paziente che  lì non era altro che un numero. Rafah gli ha reso la sua parola.
 Rispetto  a  dei bambini disabili mentali Rafah si è mesa in gioco per dimostrare alle educatrici e ai genitori  che questi bambini  erano “ degli essere sensibili feriti dalla loro disabilità”.
Contemporaneamente, nel suo studio, Rafah accoglieva dei soggetti che facevano valere la difficoltà di dire no, nelle loro vite, su tutti i piani. Formava dei colleghi, conduceva un insegnamento.
La formazione di Rafah è stata fatta a Parigi ed è una formazione lacaniana.
Rafah si è spesa in Siria per far sentire che il nome di Lacan esiste e che la clinica lacaniana è preziosa per far fronte al reale e restituire dignità ai soggetti  per i quali l’impossibile da sopportare li faceva sentire minacciati nel loro essere. E’ una definizione di Lacan: la clinica, è impossibile da sopportare.

La questione della trasmissione della psicoanalisi è diventata subito centrale per lei.  Ne ha fatto un racconto. Questa questione, nella città di Damas, la città d’Oriente culla della scrittura e della civiltà, ha   incrociato anche quello della traduzione. L’amore per la lingua araba e la passione per la traduzione è illuminante nel lavoro di  Rafah. Come far valere il testo di Lacan in lingua araba?
È  notevole aver avuto l’ idea, e solamente una donna avrebbe potuto farlo, io credo, che è a partire dalla mistica araba e del posto che Lacan da all’amore mistico che una via di passaggio fosse possibile per una comprensione reciproca dei testi, secondo Rachel Nached. Il mistico è, in effetti, ciò che si dispiega al di là del fallo.
Le più belle pagine dell’ Iliade, la base della nostra cultura occidentale, vantano il coraggio di cui danno prova gli eroi grechi sul campo di battaglia. E’ un coraggio guerriero, abitato dall’onore e dalla vergogna che si proverebbe nel ritirarsi dal combattimento. E’ un coraggio collerico: queste pagine sono piene della collera di Achille.
Il coraggio, nell’ordine simbolico del XXI secolo, è altra cosa. Il coraggio, nell’ordine simbolico del XXI secolo, è femminile.
E’ un coraggio svuotato da ogni forma di eroismo, di collera e forse anche da ogni forma di audacia. E’ il coraggio di fare ciò che deve essere fatto, ciò che si impone, ciò che non può essere rimandato, il coraggio che serve affinché la vita – che una donna dona – quella vita valga la pena di essere vissuta.
La psicoanalisi è la psicoanalisi. Non potrebbe ignorare ciò che succede ad una psicoanalista, da qualche parte, in Siria. Il divenire della psicoanalisi in Siria è il divenire della psicoanalisi anche nel mondo e riguarda ciascuno e ciascuna per sempre.
Bisogna liberare Rafah, bisogna liberare Rafah, psicoanalista e poeta.

Rafaf Nachedm “ Historie de la psycoanalyse en Syrie”, rivista Topique
Rafah Nached, “ Tasin de la préexistence et l’ambiguitè” (sull’opera di Hallaj, intitolata il Tavasin) su Psycanalyse 21.


LQ 53
FERNANDO ENRIQUE
Ex-presidente del Brasile
Firma per RAFAH!
Patricia, per favore, invia il messaggio di sostegno seguente alla mail: rafah.navarin@gmail.com Oggetto: Messaggio di sostegno di Fernando Henrique Cardoso. Testo:
A nome del rispetto dei più elementari diritti dell’uomo, domando la liberazione di Rafah NACHED, psicoanalista di fama internazionale, fermata all’aeroporto di Damas il 10 settembre. Aggiungo il mio nome a quello delle numerose personalità di differenti culture e correnti politiche che hanno voluto esprimere il loro sostegno a Rafah NACHED. Ingiungo alle autorità della Repubblica Araba di Siria di procedere alla liberazione immediata e incondizionata di questa donna di 66 anni, la cui vita è stata consacrata alla promozione della libertà, della scienza e del benessere degli uomini.
Fernando Henrique Cardoso
Ex-presidente del Brasile (1995-2002)
Al presidente Fernando Enrique
In quanto promotori del Forum delle Donne “Per Rafah!”, le indirizziamo la testimonianza della nostra riconoscenza per il suo vigoroso intervento presso le autorità siriane. Siamo sicuri di essere in ciò interpreti dei sentimenti dei membri dell’Associazione mondiale di Psicoanalisi, e, al di là, dell’insieme del mondo psicoanalitico, come dei numerosi intellettuali, scrittori, artisti, universitari, uomini e donne della politica di ogni corrente, che hanno firmato per Rafah, e si attivano per reclamare la sua liberazione. L’appoggio di un uomo di Stato come lei stesso, rispettato all’unanimità, è un appoggio maggiore alla causa che noi difendiamo, considerate le buone relazioni che il Brasile intrattiene con la Siria. Grazie, Fernando Enrique!
Jacques-Alain Miller, ex-presidente dell’Associazione mondiale di Psicoanalisi
Maria de França, redattrice capo de La Règle du jeu
Jean-Daniel Matet, presidente della Ecole de la Cause freudienne
Ringrazio la nostra collega Sandra Grostein, di San Paolo, membro dell’EBP e dell’AMP, che è stata il nostro intermediario presso il presidente Fernando Enrique, così come Leonardo Gorostiza, mio successore alla presidenza dell’AMP, che ha saputo mobilitare e motivare i nostri colleghi dell’America latina.
Per altro, alcune informazioni mi sono giunte questa mattina, secondo cui le autorità brasiliane non sarebbero indifferenti alla sorte di Rafah, e sarebbero disposte a fare qualcosa. Ho informato di ciò il gabinetto di Alain Juppé, che segue la questione dall’inizio. – JAM
Firme “Per Rafah!” raccolte al PULSE di New York
Il Nuovo seminario lacaniano Parigi-USA
1 Adrian BIECK
2 Shaina MANDER
3 Ema SMEETS (Psychoanalyst)
4 Elisa DEGROS
5 Maria Cristina AGUIRRE (Pychoanalyst)
6 Valeria RAVIER
7 Penny GEORGIOU (Psychoanalyst)
8 Marina GEORGIOU
9 Sarah MYERS
10 Helen DIONS
11 Peter DOBEY
12 Alex Behn
13 Raha RAISNNIA (Artist)
14 Michael LEVIN
15 Megan PLOCKER
16 Nate KOSER
17 Margaret STONEHAM
18 Ian SAMPSON
19 Jeff ERBE
20 Nancy GILLESPIE
21MatthewSCHNEIDER
22StephanieJAAS
23 Cyrus St AMAND POLIAKOFF
24 Brigitte LANDORE
25 Irina SAMUELS
26 Lawrena WETZLER
27 Carolina ROSENSTEIN
28 Christine GIRARD
29 Rebecca WEISMAR
30 Dan PASTON
31 Samia SETH
32 Egan FRANTZ
33 Valeriana SETIAWAN
35 Charles MERWARD
36 Ben REILLY
37 Stephen PLATZ
38 Francine DANNIAU
39 Seth BRODSKY
40 Robert BUCK (Artist)
41 Kareen ESTEFAN
42 Ben REILLY
43 Kelly MERKLIN
44 Albert HERTER
45 Franck MAROTTA
46 Matthew OYER
47 Mica SAPP
48 Hannah WALLERSTEIN
49 Sarah Claude ROY
50 Anne Julie LARYDEAU
51 Gabrielle SHOR
52 François SAUVAGNAT
53 Ruzanna HAKOBYAN
54 Fabio AZEREDO
55 Jocelyn RIPLEY
56 Sharon R.Green (Artist)
57 Elisabeth ROGERS
58 Stephen FAUGHT
59 Gary S.MARSHALL
60 Andree STEIN
61 Chris Dherbaum
62 Susan BERGER
63 Sam SEMPER
64 Scott TAYLOR
65 Paulina ZAMORA
66 Daniel SHANNON
67 Isabel NELLDE
68 Treanta THELANDERSSON
69 Lisa ROVNER
70 Bettina MATHES
71 Imar FATKINS
72 Jake REEDER
73 David MARKENS
74 Ana M.DIAZ
75 John WANG
76 Maire JAANUS (professor at Barnard College Columbia University)
77 Josefina AYERZA (editor of Lacanian Ink)
78 Fabian NAPARSTEK
79 Lynn GAILLARD
80 Ines ANDERSON
81 Alessandra FRIGERIO
82 Lisa WEBB
83 Mercedes NEGRONPEREZ
84 Eugenia VARELA
85 Carmen N NINO
86 Brigitte LANDOU
87 Christine NIVET
88 Alicia FORONDA
89 Rachel FERRAN
90 Casey HASHNIS
91 Nina STRAUS
92 Werner ACHATZ
93 Patricia PALACIO
94 Dinorah OTERO
95 Pamela SAWHANE
96 Raul FIGUERON
97 Linda GREENE
98 Silvia JUDREZ
99 Jamieson WEBSTER (psychoanalyst, professor at Eugen Lang College and New York University)
100 Todd KESSELMAN (Psychoanalyst, professor at New York New School)
101 Will BRAUN (Psychoanalyst, professor at New York University)
102 Brian JOHNSTON
103 Loren DENT
105 Megan ROBINSON
106 Ben MORRIS
107 Loryn HATCH
108 Jonathan BAILLEHACHE
109 Alejandra CALVA
110 Nirav SONI
111 Vanessa SINCLAIR
112 Hannah BACON
113 Michael DAVIES
114 Marissa DENNIS
Queste firme sono state raccolte da Pierre-Gilles Gueguen, ECF e AMP.


LQ 52
MARIE – HELENE BROUSSE
Il Nuovo Femminismo, lacaniano

C’è stata l’ondata femminista dei mitici anni ’70: militanti, le donne esigevano il diritto di disporre del loro corpo,  lottavano per il planning familiare,  per la libertà di concepire o di abortire. “Le donne” erano pensate come alternativa alla categorizzazione marxista in termini di classe, per rimpiazzare “gli operai”, specie già in mutazione. Lo si disse con la poesia e con le canzoni: la donna è l’avvenire dell’uomo … Si rivendicava l’uguaglianza. Si denunciavano le pratiche educative sessiste, si aprivano le porte delle istituzioni maschili alle donne. C’erano le Edizioni delle donne.
Ricordo … il medico ginecologo che, quando ero studentessa, non poté rifiutarmi la pillola, ma accompagnò la sua ricetta con un energico ammonimento: che non me ne andassi a farne chissà cosa di quella libertà che lui avrebbe tanto voluto rifiutarmi. Ricordo le lotte per le difese dei diritti. Ricordo una discussione con il mio professore G. Canguilhem furioso e pessimista perché al concorso per la cattedra di filosofia i posti non erano più in due file separate ma tutti in un’unica fila, sia per i ragazzi che per le ragazze. Ricordo la mia prima partecipazione a un convegno in un’Università americana quando un’universitaria americana, in seguito a una lettura della Significazione del fallo, avendo ben colto la separazione tra organo e significante, voleva fare del seno, il fallo al femminile. Tutto questo movimento femminista era incentrato sulla rivendicazione, l’uguaglianza.  Era, in breve, l’unione di S1 con S2, la coppia di sempre, l’amore e la guerra insieme. Lo slogan era: “fate l’amore, non fate la guerra” e si trasformava spesso nel suo contrario. Ma pur non essendone più il complemento, il femminile continuava a essere il partner del maschile e l’eterosessualità regnava ancora con lo stile della reciprocità.
Poi, poco a poco, in Francia il femminismo è andato esaurendosi. Visto come qualcosa di superato. Certamente qualche conquista aveva calmato queste isteriche che comunque non volevano la pelle del Nome del Padre ma semplicemente essere trattate come i figli. Eppure i conti non tornavano. I conti non tornano neppure adesso, un po’ in tutto il pianeta. L’Arabia Saudita promette alle ribelli del volante il diritto di voto nel … 2015. Calma ragazze! È vero che le religioni di ogni tipo sono sempre state in prima linea per i diritti delle donne.
Al contrario negli USA il movimento è continuato, si è modificato, radicalizzato con gli studi di genere, le pressioni gay e lesbiche. È entrata in ballo l’omosessualità. Nel Seminario VIII, a proposito dell’omosessualità greca antica, Lacan afferma che “quando è un prodotto della cultura” la perversione è “un’elaborazione, una costruzione e, diciamola questa parola: una sublimazione”  che apporta alla società gli elementi che la mettono in crisi e che essa censura. Una censura che comporta una “forma di disaggregazione che si chiama nevrosi” che a sua volta favorisce “la creazione di nuovi elementi culturali”. L’omosessualità ha seguito questo ciclo: annoverata nel DSM come patologica, ha portato con sé nuovi elementi culturali e ha cessato di essere dapprima una sublimazione, poi una patologia (perversione), per diventare l’elemento che ha messo in moto cambiamenti culturali fondamentali che hanno modificato sia l’ordine familiare che quello simbolico. La società non è più rigorosamente organizzata sulla base dell’opposizione tra il maschile e il femminile.
Ancora più radicale è il movimento queer, una vera e propria dimostrazione dell’operatività dell’assioma lacaniano “Yadl’un”, così come proponeva Jacques-Alain Miller nella sua intervista a Point al momento dell’uscita del Seminario …ou pire: Uno da solo con il proprio modo singolare di godimento, questo è il queer. Questi cambiamenti non si sarebbero potuti sicuramente verificare senza lo sviluppo della scienza. Il femminismo contemporaneo quindi non è più organizzato attorno alla rivendicazione nei confronti del maschile, ma alla parità. Ogni sesso va per conto suo senza interessarsi all’altro, dunque all’Altro. Curiosamente e paradossalmente, in questo si ricongiunge alle religioni. Esse separano gli uomini dalle donne, con un funzionamento di tipo segregazionista.
Ma se le religioni continuano a far sì che questa separazione, operata nella modalità del divieto, alimenti il senso sessuale e mantenga così l’illusione del rapporto sessuale tra gli uomini e le donne, le nuove teorie si conformano alla sua inesistenza e situano il godimento sia a livello del feticcio, sia, cosa non incompatibile, a livello dell’amore la cui struttura di metafora può reintrodurre la differenza svanita. Reintroduce, nello stesso, l’altro irriducibile. La clinica analitica contemporanea dimostra che le vite amorose omosessuali non si differenziano affatto, a livello del soggetto, dalle vite amorose eterosessuali.
La soluzione lacaniana è un’altra. Implica sia il principio dello Yadl’un contemporaneo e l’affermazione che non c’è rapporto sessuale che possa scriversi tra gli uomini e le donne ma aggiunge un elemento chiave, la dissimmetria radicale tra il funzionamento logico che opera nel maschile e nel femminile. Non si tratta della  separazione tra uomo e donna che si basa sempre su un “tutti gli uomini” al quale risponde in modo simmetrico un “tutte le donne”, non si tratta neppure della segregazione dei generi, assunti come vere e proprie specie che, pur senza alcun rapporto, sono comunque regolate ciascuna da un universale, fino alla moltitudine delle specie queer  che possono ridursi a uno tutto solo, ma sempre tutto. Il modello resta quello della classificazione: i gatti, i cani e Medoro, tutto solo nella sua classe. Dunque si dovrebbe parlare di specie piuttosto che di genere. In ogni modo la riproduzione assistita permette a ciascun genere di riprodursi senza l’altro.
No, la “soluzione Lacan” non deriva da questo modello logico classificatorio. Non si tratta di una soluzione segregazionista. Una separazione riguarda il parlessere stesso ma non riguarda tutti e non sempre. Una parte, maschile, risponde all’universale, obbedisce alla logica classica e alla grammatica della lingua. Anche l’altra, quella femminile, ma in più questa è coordinata con la logica del “non-tutto l’universale” che diviene inconsistente e incompleto. Per una gatta, una madre, non è così semplice ritrovare i suoi piccoli, la specie in cui il genere implode.  Non si tratta nemmeno di una soluzione sulla via della bisessualità, dove ciascuno ha la sua parte maschile e la sua parte femminile, soluzione conosciuta dai tempi di Aristofane, una versione interiorizzata.
C’è oggi un’ascesa delle donne in numerose culture. È un fatto. È un’ascesa del femminile? Ne ha parlato Eric Laurent, nell’ultima parte della sua bella relazione alle precedenti giornate dell’ECF. Recentemente ha potuto parlarne più ampiamente a New York, in occasione dell’ultimo seminario Parigi – USA, di fronte a un pubblico americano che si stupiva di capirlo così bene.
Jacques-Alain Miller, per le giornate ECF di quest’anno, il 2011, quelle dei trent’anni della morte di Lacan, organizza un Forum delle donne -  non un Forum della donna -  per Rafah, per una donna, una psicoanalista lacaniana, che quindi certamente non ignora che cosa  vuol dire maschile e femminile, al di là dell’Edipo, al di là delle categorie dominanti del discorso del padrone, a cui non ha scelto di contrapporsi, ma che lei disturba.
Ogni psicoanalista lacaniano disturba.
Siamo tutti psicoanaliste siriane.


LQ 50
COMUNICATO STAMPA  ( martedì 4 ottobre 2011)

Il sindaco di Rouen e il Consiglio municipale chiedono la liberazione di Rafah Nached.

Dal 10 settembre 2011 la Signora Rafah Nached è reclusa nella prigione del suo paese. La prima donna psicoanalista a esercitare in Siria, ha fondato la Scuola di Psicoanalisi di Damasco in collaborazione con psicoanalisti francesi. È stata arrestata all’aeroporto di Damasco mentre stava andando a Parigi per assistere al parto di sua figlia. Rafah Nached andava a Parigi regolarmente per incontrare psicoanalisti e seguire gli ultimi avanzamenti in psichiatria. Ha 66 anni, la sua salute recentemente si è aggravata.

Il suo impegno professionale non era politico, è sempre stato di natura scientifica e umanitaria. Tuttavia è stata accusata dal governo siriano di incitamento alla sommossa, incitamento al rovesciamento del governo e non rispetto dell’ordine pubblico.

Valérie Fourneyron, Deputato Sindaco di Rouen, e l’insieme dei gruppi che compongono il consiglio municipale si uniscono al suo comitato di sostegno per esigere la sua liberazione immediata.

Dopo il Consiglio dei Cotes d’Armor, il Consiglio generale di Loire Atlantique espongono la foto gigante di Rafah Nached. Mentre Christophe Rouxel regista del Teatro Icare a Sainte Nazaire la appende nei locali (da Rémi Lestien).

NUOVE FIRME dell’Appello Baccano per Rafah!
Mercredidell’A
Bernard Canguilhem, medico e presidente della missione Francia di Medici del Mondo (par Armand Zaloszyc).
Laurence Mouillet, conceptrice - regista ARTE (da Pierre Ebtinger)
Daniel Payot, professore di filosofia all’Università di Strasburgo, vicesindaco di Strasburgo e *Bernadette Payot, infermiera (da Myriam Mitelmann)
Da René Rassmusen al Danemark riceviamo le firme dei Paesi del Nord:
Rasmus Johnson
Vivi Krogstad
Gorm Larsen, professore associato all’Università
Sune Auken, professore associato all’Università
Anne Elholm Kermit
Ole Bundgaard, pittore e scrittore
Vibeke Christofoli, psicoanalista
Bent Rosenbaum, psicoanalista
Jakob Nielsen, studente
Elisabeth Holst, psicoanalista
Bergur Rønne Moberg, professore associate all’Università
Søren Ulrik Thomsen, Membro dell’Accademia Danese
Stine Wolf, studente
Jakob Soelberg, psicologo e psicoanalista
Henrik Hafstrom, Membro della NLS  - Copenhagen
Kirsten Hyldgaard, professore associato all’Università
Signe Pildal Hansen
Palle Vestberg Rasmussen, psicologo
Allan Dreyer Hansen, professore associato all’Unoiversità
Lotte Thrane, professore associato all’Università
Niels Bindslev, professore associato all’Università
Lis Møller, professore associato all’Università
Tommy Thambour, psicoanalista
Jeanne Berman, Membro della NLS – Copenhagen, insegnante
Ole Andkjær Olsen, professore associato all’Università
Rasmus Svarre Hansen, insegnante e pittore
Helle Calundan, Membro della NLS - Copenhagen
Lene Madsen, psicoanalista
Svezia:
Per Magnus Johansson, psicoanalista
Carin Franzen, professore associato all’Università
Norvegia:
Stein Grøntoft
Da  Serge Dziomba abbiamo ricevuto queste quattordici firme della Polonia:
Mr P. Maczka, (Circolo di Cracovia della NLS)
Mme B.Stawocoska - Cichowicz, (psicologa in pensione)
Mme D. Switwowska, (Dottore in scienze umane, università di Varsavia)
Mlle M. Lawnichek, (psicologa)
Mme M. Pietrusiak, (psicologa)
Mme A.Chojnowska, (membro della NLS, psichiatra)
Mme A. Jankowska,(psichiatra)
Mme A. Henzel, (Presidente del Circolo di Cracovia della NLS, membro della NLS)
Mme M. Jelonek, (psichiatra)
Mme A. Skriban, (psicologa)
Mme A. Turczyn, (studentessa)
Mme M. Gorzula, (membro della NLS, psicologa)
Mr M. Dwiega, (filosofo, professore all’università Jagellon di Cracovia).


LQ 46



Liberate Rafah ! Dominique Miller a JAM. Ho appena letto sul nostro LQ il testo di quell’uomo che hai incontrato ieri sera. Un grido! Così doloroso! Un dolore che fa eco a quello che vivono attualmente le persone in Siria, braccate, rinchiuse, o prese a testimone dello sfoggio di corpi straziati per la strada. Pensiamo a Rafah rinchiusa, Rafah di cui abbiamo fatto l’emblema di coloro che sono così straziati. Quel testo è impressionante quanto a coraggio e ad apertura! In particolare quando auspica che la rivoluzione dei cristiani si inscriva nel seguito della cosiddetta rivoluzione araba. E’ vero che si rimane sempre senza voce di fronte ad una simile complicità dei religiosi con le ingiustizie e le atrocità. Lui, questo uomo religioso, ha deciso di dire. Che la nostra azione di oggi ti abbia permesso così di incontrare tali testimoni era imprevedibile fino a poco fa. Sembra che ci volesse un luogo in cui dire queste cose, e che Lacan Quotidien lo sia. E’ molto meglio anche per noi, che possiamo parlare con questi altri. E forse far muovere un po’ il mondo. Cosa che non ci si attende a priori da parte di psicoanalisti.
Liberate Rafah! Florence Nègre. Caro Jacques-Alain Miller, ecco le ultime notizie. Le ho avute da M Cantier: la Francia e il suo Ministro degli Affari Esteri sono mobilitati per ottenere la liberazione di Rafah Nached. Il porta voce del MAE, Bernard Valero, si è espresso a questo riguardo. Presso il Ministero degli Affari Esteri si può contattare: Sébastien Fagart. Sebastien-Fagart@diplomatie.gouv.fr. ASF continua a seguire attentamente la situazione in Siria, è in contatto con numerosi avvocati siriani e rimane disponibile per la famiglia dell’ECF

LQ 43


CONSIGLIO DI PARIGI
Gruppo Centro e Indipendenti

L’istanza depositata al Consiglio di Parigi « Per Rafah»
da Jérôme DUBUS, Consigliere di Parigi nuovo centro, su iniziativa di Murielle Schor,
vicesindaco del 17mo dipartimento di Parigi,
è stata votata all’unanimità,
e in particolare da Bertrand Delanoë e Anne Hidalgo.

Consiglio di Parigi
Settembre 2011
Istanza
Depositata da Jérôme DUBUS e gli eletti del Gruppo Centro e Indipendenti.

Considerando che Rafah NACHED, laureata in Psicologia Clinica all’Università di Parigi 7, è la prima donna psicoanalista che ha esercitato in Siria e che recentemente ha fondato la Scuola di Psicoanalisi di Damasco, in collaborazione con psicoanalisti francesi.
Considerando che il suo impegno professionale è sempre stato di natura scientifica e umanitaria, con esclusione di ogni implicazione politica;
Considerando che Rafah NACHED attualmente è tenuta nascosta, dopo essere stata arrestata dalle autorità siriane sabato 10 settembre alle 01:30 del mattino;
Considerando che Rafah NACHED, che ha 66 anni, è malata di cuore e che le sue condizioni di detenzione mettono in pericolo la sua vita;
Considerando che una petizione che chiede la sua liberazione è stata lanciata dagli psicoanalisti di tutto il mondo;
Considerando che questa petizione raccoglie il sostegno di firmatari provenienti da differenti orizzonti professionali e politici ( Bernard-Henry Levy, Jacques-Alain Miller, Jean-François Copé, François Hollande,…);
Considerando che Rafah NACHED, celebre psicoanalista formata a Parigi, è stata arrestata all’aeroporto di Damasco, al momento dell’imbarco per Parigi, dove sua figlia sta per partorire;
Considerando che la firma di questa petizione da parte del Sindaco di Parigi e del Consiglio di Parigi sarebbe un segnale importante di sostegno a una donna che è cittadina del cuore della capitale;
Jérôme DUBUS e gli eletti del Gruppo Centro e Indipendenti chiedono:
Che il Sindaco di Parigi e il Consiglio di Parigi siano ufficialmente firmatari della petizione a sostegno di Rafah NACHED.
Che il Sindaco di Parigi faccia tutti i tentativi in suo potere per ottenere la rapida liberazione di Rafah NACHED.

NUOVI FIRMATARI DELL’APPELLO « A RACKET FOR RAFAH ! »
* Jean Zermatten, presidente della Commissione dei diritti del bambino presso l’ONU, (da F. Ansermet)
* Ninufer Gole, sociologa, Ecole de Hautes Etudes in Scienze Sociali, (da JAM)
* Sylvie Guillaume, deputato europeo, (da Nicole Borie)
Da Florencia Shanahan
* Anne Ferris, TD, Membro del Parlamento Irlandese
* Jean Quigley, Prof. Dipartimento di Psicologia, Trinity College Dublino
* Paula Quigley , Prof. Dipartimento di Film and Drama, Trinity College Dublino
* Barnaby Taylor, Lecturer, Dipartimento di Creative Arts, DBS, School of Arts




JEAN-FRANÇOIS COTTES. Caro Jacques-Alain Miller, ieri sera ho messo su Youtube una canzone che ho composto per Rafah Nached. Ecco il link: http://www.youtube.com/wacth?v=fj10yrNCFkc. E’ un piccolo contributo a questa giusta azione che lei molto gentilmente ha lanciato

THÉRÈSE PETITPIERRE. Un badge per Rafah Nached. Ciascuno di coloro che si senta impegnato nella battaglia per la liberazione di Rafah Nached, potrebbe fabbricarsi, ed è semplice, un badge con il volto di Rafah per chiedere la sua liberazione. È sufficiente riprodurre una sua foto, penso che si possa utilizzare anche il documento del manifesto che è pubblicato su Lacan Quotidien n°25, ridurla al formato di una piccola custodia in plastica per badge (si trovano con una somma modesta in cartoleria), e aggiungervi eventualmente un testo. D’altronde, senza dubbio abbiamo tutti in un cassetto o altrove un badge di una conferenza, una giornata, etc. che può essere riciclato per questo uso. Nessuna produzione in gran numero, in serie, dunque, ma uno per uno. Vi allego il documento che ho realizzato per fabbricare questo primo badge.


LQ 40

Appello Baccano per RAFAH
Liberate Raffah! Baccano per Raffah!
Chiediamo alle autorità siriane la rimessa in libertà immediata e incondizionata di RAFAH NACHED. La famosa psicoanalista, formata a Parigi, è ora in prigione, dopo essere stata arrestata sabato 10 settembre alle ore 1 e 30 del mattino all’aeroporto di Damas, al momento dell’imbarco per Parigi, dove sua figlia sta per partorire. È innocente di tutto ciò di cui è sospettata. Chiediamo ai governi e alle organizzazioni internazionali di mostrare sollecitudine: Rafah ha 66 anni, è malata di cuore, la sua vita è in pericolo!
Gli psicoanalisti di tutto il mondo si mobiliteranno per la sua difesa. rafah.navarin@gmail.com

NUOVI FIRMATARI, 27 SETTEMBRE
- Carla Bruni--‐Sarkozy, cantante, ex top-model
- Noam Chomsky, linguista e scrittore di politica (tramite Marco Mauas)
- Géza Socs, ministro della cultura dell’Ungheria (tramite Adele Succetti)
- Maxime Bono, deputato‐sindaco di La Rochelle (tramite Gérard Laniez)
- Tomaso Kemeny, cofondatore della Casa della Poesia di Milano (tramite Adele Succetti)
- Marc Bressant, scrittore (tramite Marlène Belilos)
 
TRAMITE CHIARA TAMBURINI

-       Rui Tavares, parlamentare europeo, gruppo Verdi, indipendente portoghese
-       Nikolaos Chountis, parlamentare europeo, gruppo GUE/NGL, del partito greco Syriza
-       Maurizio Gressi, Capo del segretariato della Commissione diritti umani del Senato italiano
-       Giuliana Sgrena, giornalista (IlManifesto), inviata nel MedioOriente www.giulianasgrena.it
-       Roberto Musacchio, ex-parlamentare europeo, Sinistra Ecologia Libertà (Italie)
(queste firme ci sono portate da Chiara Tamburini, avvertita da Alessandro Arena di Forlì  che ha comunicato con la Presidente della SLP, la mia cara amica Paola Francesconi)

DALLA TURCHIA
Volkan Çelebi, fondator di Monokl, editore, pensatore
Atakan Karakış, Monokl, traduttore
Murat Erşen, Monokl, editore, traduttore
Işık Ergüden, traduttore
Barış Bayram, Monokl, redattore
Zeynep Gemuhluoğlu, Professore incaricato, Marmara Üniversitesi İlahiyat Fakültesi
Ali Bilgin, traduttore
Oylum Bülbül, traduttore
Eren Rızvanoğlu, traduttore
Mert Bahadır Reisoğlu, dottorando
Sibel Kibar, Monokl, filosofo
Adnan Demir, avvocato
(Queste firme sono state raccolte dal gruppo Monoki, ala attivista dell’intellighenzia turca, in seguito all’appello che ho lanciato a Volkan Çelebi. Il Gruppo ha pubblicato un grande volume dedicato a Lacan e ho fatto in modo che possa tradurre i suoi testi)


Appello dei 44 russi

Siamo molto preoccupati per il destino della nostra collega, la psicoanalista RAFAH NACHED, la cui salute sta sfumando. Facciamo appello all’umanità delle autorità della Siria. Vi saremmo riconoscenti di rimettere in libertà appena possibile la nostra collega RAFAH, conformemente alle leggi del vostro paese, che è amico del nostro paese, la Russia.
La persone sotto elencate hanno messo le loro firme.
Metreveli Inga, psicologa
Chernoglazov Alexandre, traduttore
Khandoguin Valeriy, psicoanalista
Krivotchourova Olga, psicoanalista
Pavlyuk Lyudmila, psicoanalista
Sycheva Galina, psicoanalista
Pervykh Lada, psicoanalista
Danelyan Victoria, psicoanalista
Tsvelodub Tatyana, psicoanalista
Maximova Natalia, studentessa
Varpakhovskaya Olga, professoressa
Arkhipov Grigoriy, psicologo
Fedorova Anna, psicoanalista
Zaytseva Olga, psicoanalista
Esiptchuk Maria, psicoanalista
Manko Katerina, psicologa
Rayskaya Aliona, psicologa
Yelisseyeva Natalia, psicoanalista
Severyukhina Irina, psicoanalista
Samarina Elena, psicoanalista
Fedtchuk Alexandre, psicoanalista
Viniv Igor, psicoterapeuta
Yatchenko Elena, psicoanalista
Vlassik Anastasiya, psicologa
Kostina Irina, psicologa
Zaytchikov Alexey, psicoanalista
Soboleva Irina, psicoanalista
Golovatch Tatiana, psicoanalista
Nizhnik Irina, psicoanalista
Roumyantseva Irina, psicoanalista
Volnykh Youriy, psichiatra
Lima Sarmiento Yudmila, psicologa
Sobolev Mikhail, psicologo
Kozhemiakin Maksim, professore
Tchernychova Tatiana, studentessa
Napreenko Gleb, studente
Galtchenko Oleg, psicologo
Trofimova Lyudmila, studentessa
Vorobieva Lyudmila, psicologa
Kondyakova Anna, psicologa
Loseva Sofia, psicologa
Danilova Olga, psicologa
Kopylov Alexey, medico
Strakhov Mikhail, psicoanalista
Lista dei firmatari trasmessi da Mikhaïl Strakhov, psicoananlsta, Mosca, membro della New Lacanian School e dell’Associazione mondiale di Psicoananlisi, +7 (916) 224--‐88--‐44, mstrakhov@gmail.com



DICHIARAZIONE COMUNE DI SHANGAI
Riuniti  all’Università Jiao Tong di Shangai durante il primo “Colloque Lacan”, abbiamo avuto degli scambi molto fecondi circa la riflessione sull’insegnamento di Lacan e le sue incidenze nella pratica, la riflessione filosofica, e più in generale, l’uomo.
La forza di ciò che Lacan ci ha trasmesso ci porta a conferire un valore particolare alla libertà degli psicoanalisti nel mondo e all’esercizio della loro pratica.
Shangai, 25 settembre 2011.

Firmatari cinesi
Monsieur Gao Xuang Yang, professore all'Università Jiao Tong, Dean of the Institute for Advanced Study in European Culture, Shanghai
Monsieur Chu Xiaoquan, professore all’Università Fudan - Shanghai
Mademoiselle Cai Tingting, dottorando in psicoanalisi all'Università Jiao Tong di Shanghai e di Parigi VII
Madame Dandan Jiang, Si-Mian Institute for Advanced Studies in Humanities, professoressa associata all’East China Normal University, Shanghai.
Firmatari  del Campo freudiano
Madame Christiane Alberti, professoressa a Parigi VIII,
Membro dell’ECF e dell'AMP
Monsieur Guy Briole, Professore a Val-de-Grâce, membro dell'ECF e dell'AMP
Monsieur Jean-Louis Gault, dottore in medicina, membro del'ECF e dell'AMP
Madame Marta Serra Frediani, psicologa, membro dell'ELP e dell’AMP
Madame Catherine Orsot-Cochard, psicologa,
Membro dell'ACF Val de Loire-Bretagne
Monsieur Alain Cochard, psicologo, membro dell'ACF Val de Loire ‐ Bretagne
(Precisazioni, documenti, foto, nei numeri successivi.)



Precisazioni
-       Jérôme Clément, firmatario dell’Appello non è solamente l’ex presidente di Arte; è l’attuale presidente del Théâtre du Châteletet e il presidente di Piasa (tramite Catherine Clément)
-       Il mio amico Roland Gori, che avevo simpaticamente preso in giro per una frase da lui menzionata in un articolo su Marianne – mi scrive: “ Caro Jacques-Alain spero che tu stia bene malgrado il periodo tormentato. La piccola frase su Marianne è stata tolta dal suo contesto. I commenti che ha prodotto non tengono conto del fatto che è del mio rapporto con Lacan che parlavo, del mio Lacan, e non di un giudizio sull’uomo! Nutro una profonda ammirazione per la sua opera, cui ho reso maggio prendendo parte alla Letture il 9 settembre. Saluti. Roland”. Risposta: “Prendo atto. Non voglio assillarti di più, caro Roland, l’incidente è chiuso. Saluti. JA”.
Links

-       La trasmissione di Laure Adler “Fuori campo”, con Benoît Jacquot e Jacques-Alain Miller sarà trasmessa questo martedì, dalle 22.15 alle 23 su France Culture:
http://www.franceculture.com/emission-horschampsjacques--acanencore-25-2011-09-
          27.html

La serie di 5 trasmissioni “A voce nuda” con Jacques-Alain Miller sarà trasmessa dal 17 al 21 ottobre, dalle 20 alle 20.30 su France Culture. Interviste condotte da Martin Quenehen.

Un altro appello per la liberazione di Rafah Nached
liberationrafahnached.org

La cronaca di Philippe Sollers nel JDD – Mon Journal du mois
               http://www.lejdd.fr/Chroniques/Philippe-Sollers/L-actu‐du-mois-vue-par-Philippe-Sollers-
394787/?sitemapnews
E sempre la Règle du Jeu http. //laregledujeu.org/

Oggi martedì 27 settembre 2011, su L’Orient Le jour.com
Il quotidiano libanese in lingua francese
Medio Oriente e Mondo
La psicoanalista Rafah Nached, arrestata, non ha mai esercitato attività politica

Abbiamo ricevuto da parte di Fayssal Abdallah, professore di Storia all’Università di Damas,e marito di Rafah Nached, la seguente corrispondenza:

“Recentemente avete pubblicato delle informazioni sulla psicoanalista siriana Madame Rafah Nached (66 anni e con problemi di salute) all’aeroporto di Damas,il 10 settembre 2011. È sempre detenuta, dopo 5 giorni di sparizione, tra le mani dei servizi della sicurezza militare. Vi ringraziamo per tutte le informazioni giuste e chiare che avete diffuso per sostenere la nostra domanda della sua liberazione.
D’altra parte, vogliamo informarvi che Madame Rafah non ha mai esercitato alcuna attività politica né altre attività se non il suo lavoro di psicoanalista. All’inizio degli avvenimenti drammatici che si svolgono ora in Siria, ha intrapreso un lavoro di terapia di gruppo con un collega, padre gesuita,pure egli psicoanalista. Questo lavoro era basato sullo psicodramma e si teneva nei luoghi di preghiera dei gesuiti a Damas.”
Nella sua corrispondenza, M. Abdallah ha tenuto a precisare in merito che un giornalista di un’agenzia di stampa ha assistito a una scena di psicodramma sulla paura. In seguito a questo, ha pubblicato un articolo su tale psicodramma e, sebbene gli fosse stato domandato di non citare i nomi delle persone presenti, ha citato il nome di Rafah Nached nel suo articolo, cosa che le è potuta essere pregiudizievole.
(Questo articolo mi è stato comunicato da Francis Donovan)

In una lettera pubblicata questa mattina sul sito œdipe, il marito di Rafah, il Pr. Fayssal Abdallah, dell’Università di Damas, fornisce qualche precisazione: Madame Rafah non ha mai esercitato alcuna attività politica né altre attività se non il suo lavoro di psicoanalista. All’inizio degli avvenimenti drammatici che si svolgono ora in Siria, ha intrapreso un lavoro di terapia di gruppo con un collega, padre gesuita,pure egli psicoanalista. Questo lavoro era basato sullo psicodramma e si teneva nei luoghi di preghiera dei gesuiti a Damas. Un giorno, un giornalista dell’AFP ha assistito a una scena di psicodramma sulla paura. In seguito a questo, ha pubblicato un articolo su tale psicodramma e, sebbene gli fosse stato domandato di non citare i nomi delle persone presenti, ha citato il nome di Rafah Nached nel suo articolo.
Troverete qui allegato l’articolo di AFP e la corrispondenza tra Madame Nached e il giornalista Sammy Ketz, aricolo che ha causato certamente il suo arresto mettendo allo stesso tempo in pericolo la sua vita. Quanto al giornale L’Orient e le jour, ha pubblicato una caricatura citando il suo nome, cosa che getta benzina sul fuoco e aumenta il pericolo della sua vita in prigione. Vi ringraziamo per la vostra attenzione e vi chiediamo di pubblicare questa lettera sul vostro giornale.
Houria Abdelouahed, Università Paris Diderot, scrive. Rafah Nached è rinchiusa in una prigione femminile. Le sono concesse due visite settimanali (durata: 30 minuti). Il suo stato di salute è sempre più preoccupante. Suo marito (il Professore Faïsal Abdallah mi ha detto oggi che le ha fatto visita. Tuttavia, Rafah non è stata in grado di stare in piedi per i 30 minuti del loro incontro. Abbiamo messo in circolo petizioni, raccolto un numero di firme. Ma non basta. Rafah è accusata di istigazione alla rivolta, di istigazione al sovvertimento del Governo e mancanza di rispetto all’ordine pubblico. Rischia sette anni di prigione.

Illustrazione della prima pagina “Noam Chomsky) – JAM
Lacan Quotidien aprirà il suo sito sabato prossimo, il 1° ottobre

LQ 34
FIRME:
Olivier BESANCENOT (da Michel Bidaux)
Il senatore Robert HUE (comunicato dalla sua segreteria)


LQ 33
NATHALIE LACEUR. Ramulte per Rafah! Nella regione di lingua olandese del Belgio, è Ramulte per Rafah! Ieri è apparso un articolo del giornale De Morgen. Riferirsi a questo articolo nei nostri invii ai politici di lingua olandese può facilitare l'azione. Un amico, portavoce di Karel De Gucht, Commissario europeo incaricato del Commercio, mi conferma che quest'ultimo prenderà personalmente contatto con la sua collega Catherine Ashton, l'Alta rappresentante per gli Affari esteri dell'UE, per domandarle di sbrigare le pratiche diplomatiche che possono favorire la liberazione della Signora Nached. Be continued... Una lettera è inviata da diverse vie a Guy Verhofstadt, ex primo ministro del Belgio e presidente della frazione dei Liberali nel Parlamento Europeo. Un uomo che si è battuto per liberare l'artista Ai Weiwei... quindi! Herman Van Rompuy, il presidente dell'Europa, che cosa può fare? Si attende una risposta alla nostra lettera. Un altro amico, che lavora al Ministero degli Affari Esteri mi confermerà se il caso Rafah sia stato evocato durante una seduta plenaria sui diritti dell'uomo alle Nazioni Unite a Ginevra. Nel frattempo tenta di ottenere la firma del Ministro Vanackere.

MARIE-CHRISTINE GIUST. Ségolène. Rientro questa sera da Caen dove ho potuto incontrare  Ségolène, le ho trasmesso, a nome dell'ECF, la petizione “Du Raffut pour Rafah”, così come alcuni vostri comunicati precedenti, in cui ci date una parte di informazioni e di analisi della situazione, sia di Rafah che del modo in cui la psicoanalisi è ora spinta ad investirsi nel campo politico. A presto, piacere di sentirvi, voi che avete improvvisamente il vento in poppa!

FREDERIQUE BOUVET. Una politica del desiderio. Domenica scorsa a Saint-Germain-des-Prés, si teneva il primo Seminario della Règle du jeu, intitolato “Rompere il gioco di Lacan”. Questo dibattito aveva come invitati Jacques-Alain Miller, Philippe Sollers e Anaelle Lebovits-Quenehen. Quest'ultima ha avviato la discussione con un testo molto bello intitolato “ Delle pinne e delle ali”. Nel testo ci indica che da un lato, ci sono quelli che si confrontano al reale, che leggono Lacan e che decidono di saperne qualcosa e che dall'altro lato, ci sono quelli che restano in una posizione fantasmatica, nell'ignoranza del loro proprio odio e che fanno di Lacan, l'oggetto del loro orrore, “uno squalo bianco”; Jacques-Alain Miller incarna per questi ultimi “I denti taglienti dello squalo bianco”. Lui, di cui si è voluto cancellare il nome in questo ritorno lacaniano: “Elisabeth Roudinesco ha voluto seppellirmi vivo”. Mentre Philippe Sollers si rallegrava che “Vita di Lacan” fosse un best seller e che “Lacan sia sempre più vivo”,  Anaelle Lebovits-Quenehen ricordava che quando era vivo, si è voluto svuotare i luoghi in cui insegnava di Lacan e che morto, si è voluto svuotarlo della sua singolarità.
L'ultima parte del dibattito ha riguardato la politica. Jacques-Alain Miller ha opposto la politica del desiderio a quella del sogno che designa “la realizzazione illusoria di un desiderio” e non un desiderio deciso. “Fare sognare, è l'abiezione (...) ciò suppone che il popolo ami essere ingannato”. Ha reso omaggio a BHL che ha fatto vergognare i governanti e “che è riuscito a toccare un punto di reale con Benghazi”. Occorre far sognare con uno slogan come “il XXI secolo è lacaniano”? No! Questo secolo “parte su premesse anti-lacaniane” con lo scientismo, la valutazione. E' un secolo quantitativo. Quindi continuiamo la lotta per una politica del desiderio.

CATHERINE LACAZE_PAULE: Un valzer a mille tempi, un valzer ha ripreso i tempi, un valzer che dura da otto anni. E' ripartito per un giro: è il valzer del vecchio decreto di psicoterapeuta! Seguito dalla mobilizzazione dei sindacati accanto a dei parlamentari tra cui il presidente dell'assemblea parlamentare Signor Accoyer, la riscrittura dell'allegato del decreto è stata decisa dai due ministeri, quello del lavoro, dell'impiego e della sanità da una parte e quello dell'insegnamento superiore e della ricerca dall'altra. Peraltro il ricorso in consiglio di stato domandato dal sindacato Nazionale Psicologi, della federazione francese degli psicologi e di psicologia, dal SIUEERPP, dalla Società francese di psicologia e dal sindacato UNSA Sanità Sociale e dalla CGT sarà giudicato il 21 settembre. Ci si domanda come le commissioni regionali di riconoscimento del titolo di psicoterapeuta nominate dal Presidente dell'Agenzia regionale di sanità trattino dei dossiers che hanno nelle loro mani dal giugno 2001. Sono già otto anni che l'emendamento Accoyer ci fa girare la testa ed ancora non è finita. Dunque a seguire.

FIRME:
Clémentin AUTAIN
Jean-Luc MÉLCHON (candidato Fronte della sinistra alle elezioni presidenziali; da Gérard Miller)
Isabelle DURANT (vicepresidente Parlamento Europeo; da Gil Caroz)
Jean-Françoise COPÉ (deputato, segretario generale dell’UMP; da Alexandre Adler)
Rama YADE (ex-ministro, membro del Partito Radicale; da Catherine Orsot-Cochard)



LQ 32


RAQUEL CORS ULLOA. Da Santiago de Chile. Ho inviato un twitt a Carlos D Mesa, ex-presidente della Bolivia, storico e scrittore, (Carlos è stato il mio capo quando lavoravo in TV) gli ho domandato la sua opinione sul caso della psicoanalista arrestata in Siria. La sua risposta è arrivata in un messaggio diretto, non pubblico…
Carlosdmesag https://twitter.com/ La questione della Siria è, oggi come oggi, una questione tutta ingiusta e bruttale    da 7 ore.


LQ 29

Baccano per Rafah
 Corinne – Eccomi quì, a leggere il telegramma di Rafah, commossa quasi alle lacrime, e in modo assoluto sul punto della responsabilità.
 Catherine – È commovente, molto commovente ricevere un messaggio da questa donna che si sente responsabile di quel che le accade. Sono sconvolta. Possiamo certo farle avere notizia che la capiamo, che la sua parola dentro di noi si fa sentire, che ci dà il coraggio d’affrontare –lei sola- quel nostro dovere che nelle difficoltà del quotidiano a volte sembra così difficile da affrontare. Senza mettermi al posto suo, dirle quanto questo messaggio mi vada dritto fino al cuore, e dirle che con tutti i miei limiti faccio quel che posso per diffonder la notizia del suo ingiusto arresto, e farle sapere che noi tutti si sostiene la sua liberazione! Viva la psicanalisi!
Anna Lydia-Santiago – Nella mia qualità di Presidente dalla Scuola Brasiliana si Psicoanalisi, ho inviato una lettera al professor Paulo Sérgio Pinheiro, già ministro della segreteria per i Diritti dell’Uomo dei governi FHC e Lula, il quale sta per essere nominato, dal Consiglio per i Diritti dell’Uomo delle Nazioni Unite, Presidente dalla commissione d’Investigazione Indipendente sulle violazioni dei diritti dell’uomo in Siria. Il professore ha già risposto a questa mia lettera. Inoltre, abbiamo contattato e inviato la stessa lettera ad altre autorità brasiliane, precisamente all’attuale primo Ministro della Segreteria per i Diritti dell’Uomo, la signora Maria do Rosário Nunes, al fine di diffondere dal Brasile la notizia presso le autorità siriane.
LQ 45
  
NUOVE FIRME DELL'APPELLO « Baccano per RAFAH ! »

  
    Carlos Tomada. ministro del lavoro, componente del governo argentino (tramite la nostra collega   Silvia Baudini)
    lida Cervone,   Decana. Facoltà di psicologia Universi di Buenos Aires   (tramite M.Tarrab)
    Catherine Trautmann, deputato europeo, ex ministro della cultura e della  
     comunicazione, ex sindaco di  Strasburgo (tramite Myriam Mitelman)
    Rolande Causse, scrittrice
    Pascal Bruckner, romanziere, autore di saggi
    Alejandra Birgin, direttrice della Casa Argentina Universitaria di Parigi (tramite   Silvia   Salman)  
Tramite Catherine Orsot Cochard hanno firmato :
    Patrice   Champion, ispettore generale dell'amministrazione dell'istruzione nazionale e della ricerca, ex consigliere speciale di Rama Yade.
    Noëlle Châtelet, scrittrice
    Françoise Thyrion, attrice, drammaturga , regista, codirettrice artistica
    Michel Valmer, attore, regista, codirettore artistico del Teatro Vasse a   Nantes
Tramite Marlène Belilos hanno firmato :
    Alain Botarelli, direttore del festival Africultures, Losanna
    Higelin Jacques, cantante
    Jacob Berger, regista
    Thomas Boujut, giornalista
Tramite Dominique Pasco (Marsiglia) hanno firmato
    Louis  Jean   Calvet, linguista e   scrittore, professore emerito all'università Aix Marseille I 
    Jean-Marie  Gleize, ex allieve dell'ENS, scrittore, poeta, critica, professore emerito all'
      ENS  Lettere - Lyon, direttore del centro studi poetici  e della rivista “Nioques”
    Jacob Berger, regista
    Jöelle Gleize, professore emerito all'università all'università Aix Marseille I , specialista dei romanzi del XIXsimo secolo e del XXsimo secolo
    Anne Roche, ex allieve dell'ENS, scrittore, poeta, critica, professore emerito  di letteratura francese all'università Aix Marseille I 
    JeanLuc Benahmias, deputato europeo, Modem
    Christophe Madrolle, vicepresidente della communità urbana di Marsiglia, segretario nazionale del Modem
    Jean-Pierre Ostende, scrittore
Tramite Françoise Santon (Marsiglia) :
    Eric Clémens, scrittore, filosofo
    Serge Plagnol, pittore, professore all'accademia delle belle arti di Nîmes
    Michel Surya, filosofo, scrittore, editore
Tramite Patrick Roux (Marsiglia) :
    Agnès Martial, sociologa, incaricata di Ricerche al CNRS, componente del Centro Norbet Elias (EHESS-Marsiglia) 
    Petizione Rafah, “centro di sostegno a Rafah” (AixMarseilleToulon.   Coordinamento : H. Castanet) : Geneviève  Lévy, deputato del Var, primo vicesindaco di Toulon, firma  la petizione per Rafah e parlerà di questa petizione (I fatti, l'obiettivo) all'Assemblea Nazionale martedì alla "Commissione delle donne”. Nicole ChastanGiraud   (Toulon) che ha raccolto questa firma si terrà aggiornata delle conseguenze presso questa commissione.



LQ 44
NIBRAS CHEHAYED
Signori vescovi, i nostri altari sono macchiati di sangue!
Tradotto dall’arabo al francese da un amico

Tramite Philippe Sollers, ieri sera, presso la Residenza gesuita di rue Blomet, ho incontrato Nibras Chehayed, studente gesuita di 31 anni, giunto recentemente da Damasco e in partenza per Beirut, che ha parlato con Rafah tre ore prima del suo arresto. Nibras mi conosceva di nome, si interessa di filosofia e di psicoanalisi, mi ha consegnato il suo testo: Sul nulla-dire quasi inutilmente; dialoghi tanatologici con Heidegger e Lacan. Mi ha consegnato un testo, pubblicato dal quotidiano Assafir di Beirut, con il nulla osta dei suoi superiori. Mi ha autorizzato per iscritto a pubblicarlo su Lacan Quotidien, a trasmetterlo a La Règle du jeu e a inoltrarlo al settimanale La Vie. Resteremo in contatto. JAM

La Chiesa ha sempre difeso il diritto di ogni uomo alla libertà e alla dignità, ha incitato i laici a condurre una lotta illuminata in favore di questi nobili obiettivi e ha chiesto al clero di adempiere a questo dovere senza però impegnarsi direttamente in attività politiche vere e proprie, perché potessero  essere un riferimento spirituale per tutti.
Che ne è in Siria di questo appello? Certi nostri sacerdoti sono baathisti*, certi nostri vescovi non esitano a definire traditori tutti i manifestanti, certi nostri patriarchi non cessano di cantare le lodi del regime.  Mentre nessuno dei nostri preti ha il coraggio di lavare le ferite del passato, nessuno dei nostri vescovi osa pararsi davanti ai servizi di sicurezza per ripetere il comandamento di colui che non muore: “Non uccidere”. E il 23 giugno, invece di essere un giorno di digiuno e di preghiera, come previsto dall’appello dei vescovi di Damasco, i tanti fedeli raccolti nella chiesa della Croce di Damasco, si sono trovati a un festival del discorso politico: e i nostri occhi si sono riempiti di lacrime.
Senza chiedere nulla ai fedeli, certi nostri vescovi parlano in loro nome, dicendo ai quattro venti: “Siamo tutti dalla stessa parte e tutti ripetiamo: si, si!”. La libertà non è che “complotto” e “gangs”. Come se le persone uscite di casa e mai più riapparse, non esistessero. Poi si alzano  voci dai corpi smembrati che gridano: “pace, pace!” e il predicatore continua: “agitatori, infiltrati!”. L’esercito entra nelle città, aumentano i clamori nelle strade, mentre la Chiesa si chiude nel suo silenzio: “si, si”. Di nuovo le lacrime riempiono gli occhi. E l’avvenire del movimento non sarebbe altro che “Emirati salafiti” - come se non si vedessero anche laici e cristiani uscire ogni venerdì dalle Moschee, come se dei militanti civili non venissero prelevati dalle loro case e rapiti, come se non vivessimo vicini, come se non ci fosse alcun passato comune tra noi, come se non avessimo condiviso il pane, il sale e il caffè. Nella bocca di certi nostri predicatori le parole sibilano come pallottole, dalle loro gole escono espressioni di elogio, di obbedienza al regime, per fare tacere quel che non tace: la gola di d’Ibrahim Qachouch1. Sui nostri altari, dal corpo di Cristo sgorga il sangue di Hamza e di Hajar2, e dal fianco ferito del Nazareno, sgorga il sangue di Hama e di Deir ez-Zor. E il predicatore, di nuovo: “agitatori, infiltrati”.

E la Chiesa ufficiale, invece di essere salda sui valori umani, invece di lasciare i suoi fedeli liberi di fare una scelta politica seguendo la voce della loro coscienza, invece di raccomandare ai

* N.d.T.: aderenti al Baath, il partito al potere in Siria dal 1963
responsabili la fine della repressione e ai manifestanti il controllo di loro stessi perché il Paese non sprofondi in ulteriori tragedie, invece di ricollocare il sussulto della piazza siriana nella sua cornice storica segnata dall’ubiquità della corruzione e dalla negazione della libertà da molti decenni, invece di fare questo, certi uomini di Chiesa assumono una netta posizione politica, di sostegno al regime vigente. Si trasmette musica e si mandano i nostri giovani a fare festa nella piazza alla Moschea degli Omeyyades*, invece di osservare il lutto per coloro che sono caduti. Le ferite si aggravano, mentre, lontana, la voce di Cristo ripete: “ Date a Dio quel che è di Dio e a Cesare quel che è di Cesare”. Ma il predicatore ripete ancora: “agitatori, infiltrati!”. Come se nulla fosse successo, come se in seno al nostro popolo non ci fossero ricordi sanguinosi, come se tutti i manifestanti fossero dei criminali che si comprano e si vendono, come se la paura avesse già crocifisso la speranza…

Scusate, Vostre eccellenze i Vescovi, le afflizioni di un piccolo religioso come me, che capisce solo poche cose della vita e scusate le voci di coloro che, dentro al vostro gregge, rifiutano la parzialità di tanti uomini di religione. I paesi arabi vedranno un giorno la primavera e questo sarà, per la Chiesa, una fioritura.


Questo testo è stato pubblicato dal giornale Assafir il 5/8/2011





1 Cantante di Hamas, sgozzato dai servizi di sicurezza
2 Hamza: adolescente torturato e ucciso; Hager, giovane ragazza uccisa
* N.d.T.: teatro di recenti scontri e manifestazioni


NUOVI FIRMATARI DELL’APPELLO “Baccano per RAFAH!”
  • André GLUCKSMANN, filosofo, saggista
  • Bracha L. ETTINGER, artista, psicoanalista, Chair e Professor di Arte e Psicoanalisi, EGS
  • Rolande CAUSSE, scrittore
  • Jean-Pierre COMETTI, professore emerito di filosofia all’Università Aix-Marseille I, traduttore
  • Michèle ANDRE, senatore socialista del Puy-de-Dôme. (grazie a Jean-François Cottes)
  • Marie Noëlle BATISTEL, deputato PS dell’Isère
  • Michel ISSINDOU, deputato dell’Isère. (grazie a Thomas Burkovic)
  • Patrick STARCK, esperto fiscale internazionale
  • Philippe BECK, allievo anziano ENS-Ulm, maître de conférences di filosofia all’Università di Nantes, poeta
  • Bruno FERN, poeta
  • Dominique GIOCANTI, incaricata del corso di diritto alla facoltà di medicina
  • Ronald KLAPKA, critico letterario, creatore del sito La lettre de la Magdelaine, poeta
  • Philippe MENGUE, agrégé e dottore di stato in filosofia, scrittore
  • Marko PAJEVIC, Università di Belfast, insegnante di studi germanici, letteratura e poetica
  • Danièle ROBERT, traduttrice dal latino, dall’inglese, dall’italiano
  • Christian TARTING, professore all’Università Aix-Marseille II, istituto dei mestieri del libro, poeta
  • François WARIN, agrégé e dottore in filosofia, scrittore
(dieci firme grazie a Françoise Santon, che ringraziamo)
CRONACA
GIL CAROZ. Caro JAM, ieri a mezzogiorno, un vice Presidente del Parlamento europeo, Rouček Libor, un ceco, ha fatto una lunga “Dichiarazione del Presidente” riguardante Rafah. Può vederla nel filmato al quale rinvia il link qui sotto. Si può anche vedere Cohn-Bendit che applaude alla fine della dichiarazione. Il filmato dura 4 minuti. Può saltare il primo minuto poiché passa un minuto a domandare ai suoi colleghi di sedersi. È in seguito che fa la dichiarazione.
Troverà qui sotto la lettera che sto per inviare a Libor Rouček, grazie ad una rapida traduzione di Florencia Shanahan.
All’attenzione del Vice-Presidente del Parlamento Europeo, Signor Libor Rouček,
Gentile Signor Rouček, la Sua dichiarazione del 29 Settembre 2011 al Parlamento Europeo in qualità di Presidente di tale Assemblea, concernente la psicoanalista Siriana Rafah Nached è molto importante per noi. Infatti, la Dott.ssa Rached è un simbolo di tutti coloro arbitrariamente detenuti in Siria che sono vittime di un’inaccettabile violenza operata dal governo. L’appello dell’Alto Rappresentante Signora Catherine Ashton, così come il Suo comunicato al Parlamento Europeo, che riguarda il rilascio di Rafah Nached, sono essenziali.
Come Associazione Europea di psicoanalisi, che conta fra i suoi membri più di 2000 praticanti della psicoanalisi, siamo anche chiamati in causa nella battaglia per la liberazione della nostra collega. Le sto scrivendo oggi alla ricerca di un supporto addizionale in questa direzione. Stiamo considerando la possibilità di ergere un grande poster come “copertina” con un ritratto di Rafah Nached e un appello per il suo rilascio su uno dei palazzi del Parlamento Europeo. Troverà alcuni possibili esempi. Noi crediamo fermamente che tale denunzia sarebbe una modalità efficace per dare ampia pubblicità alla preoccupante situazione della Dott.ssa Nached e di altri cittadini Siriani. Ci piacerebbe avere il Suo supporto per arrivare a ciò. Quello che è in ballo è di non abbandonare queste persone in miseria e di non permetter loro di scomparire nell’oblio.
Se l’esposizione di un poster di questo tipo su uno dei palazzi del Parlamento fosse possibile, la nostra associazione si prenderà la responsabilità, se necessario, di finanziarlo e della sua realizzazione tecnica. Cordialmente, Gil Caroz
Presidente dell’EuroFederazione di Psicoanalisi.




LQ 36

Rafah !

 Nuovi firmatari del nostro appello
Marielle de Sarnez, vice-presidente del Modem (da BF);
Marie- George Buffet, ex segretario generale del Partito comunista (da BF);
Jean-Marc Ayrault, deputato-sindaco di Nantes, presidente del gruppo dei deputati socialisti (info di Alain
Le Bouetté)
Dominique Rousseau, sindaco di Bergerac, Dordogne (da Alain Gentes);
Andres Rascovsky, presidente dell’APA (Associazione psicoanalitica argentina) “ Io ho comunicato con
Andres Raskovsky e mi ha manifestato che invierà la sua adesione alla campagna per la liberazione di Rafah.
Un abbraccio. Ricardo Nepomiachi.”

Mgr Joszef De Kesel, vescovo di Bruges, Belgio (cara Anna, ho ricevuto la conferma che Monsignore Joszef De Kesel, vescovo di Bruges (Belgio), ha firmato la petizione Libérez Rafah, come hanno fatto numerosi altri ecclesiastici della diocesi di Bruges. Io credo che ciò conti. Cordialmente, Joost Demunynck).
Jean Ziegler, vice presidente, del Comitato dei Diritti dell’uomo delle Nazioni Unite, dottore Honoris causa  dell’Università di Parigi VIII (da Marlène Belilos).
Fabienne Servan-Schreiber, produttrice (direttamente).
Dominique Miller, psicoanalista e scrittrice (direttamente)


 Firmatari originali

 Paul Allies ha comunicato alla nostra collega Julia Richards, di Montpellier, che, eccezione alla “regola del rifiuto delle petizioni”, Arnaud Montebourg era d’accordo a firmare il testo seguente: “ L’arresto e la messa in isolamento della psicoanalista Rafah Nached è una prova supplementare della brutalità del potere siriano. Secondo uno scenario che si ripete instancabilmente, i poteri dispotici sono da sempre nemici della libertà del sapere, di pensare, di dire e comprendere. L’oscurantismo è il loro compagno di strada. La violenza fatta a questa donna come a tutto il popolo siriano ci indigna e noi chiediamo la sua liberazione così come la fine dei soprusi contro il popolo di Siria.”
Il nostro caro senatore Suer, Jean Pierre, di Orleans, ha spiegato a Stella Harrison che anche lui aveva elaborato una personale petizione, e l’aveva messa sul suo blog.
Elisabeth Badinter, incrociata ieri sera al teatro Mouffetard, ove si dava Les Chagrins blancs, prima pièce prodotta da Francoise Castro, nostra amica comune, ha rifiutato di firmare il nostro appello. Perché?- ne ha già firmato un altro.“
Ma io ne ho firmati molti, io li ho firmati tutti.- No io no”. Io le ho proposto di partecipare al Club Settembre: no, perché è in Austria una settimana su due, gestore degli archivi del XVIIe. Non ha ricevuto né il seminario XIX, né Je parle aux murs . Io le ho detto che farò un processo a Seuil, perché mi ha sabotato, segnatamente al servizio di stampa: no, ella non ne era al corrente.
Arielle Dombasle, deliziosa a telefono, sottofondo la voce di Bernard, mi dice che la dedica che ha fatto delle mie 24 pagine della “ Vita di Lacan” l’ha incantata. Sotto l’effetto dello charme ho dimenticato di domandare di firmare il nostro appello.

Altre iniziative

Alain Le Bouette, membro ACF-VLB Rennes, mi comunica il testo del messaggio che gli ha indirizzato il sindaco-aggiunto di Rennes, infine
L’ufficio dell’EuroFederazione di Psicoanalisi, presieduta da Gil Caroz, ha deciso di pagare la metà del manifesto per Rafah sulla facciata del palazzo dei Congressi di Parigi. Geert Hoornaert, il tesoriere, chiede al tesoriere della ECF il numero di conto sul quale il denaro deve essere versato. Il nostro collega Marco Focchi, di Milano: ”Allego questo articolo dell’Avvenire che si riferisce alla nostra mobilitazione per Rafah.”
Una breve di Pubblico Senato su Rafah : http//www.publicsenat.fr/Icp/politique/raffut-rafah-politique-se-mobilisent-152109
Il nostro collega Daniel Roy terrà oggi un Atelier del campo Freudiano a Mosca: “ Noi prepariamo una raccolta di firme all’apertura dell’Atelier; la psicoanalisi è e sarà viva anche in Russia; Mikhael Straklov si incarica della traduzione, e vi invierà le firme via Internet.”
I nostri colleghi partiti per Shanghai al Colloquio di introduzione alla lettura di Lacan, faranno lo stesso: Christiane Alberti, Guy Briole, Jean Louis Gault, Catherine Orsot Cochard.
Ed i nostri colleghi a New York al seminario PULSE di Bernard dovranno riportarci le firme USA dell’appello lanciato lì.
Pubblico Senato si distingue con una breve sensazionale su Rafah.
Teneteci informati dei risultati delle azioni che voi intraprendete cosi come delle risposte eventuali che voi potrete ricevere Laurent Le Vaguerèse secretariat@oedipe.org site : http://www.oedipe.org



Ultim’ora 23 e 35

-                Nell’insieme, i lavori di approccio sono riusciti
-                Io ho incontrato questa sera Rama Yade, molto interessata, e disposta ad intervenire pubblicamente sul tema, pur non essendo, mi ha detto, mai ricorsa ad uno psy. Appuntamento in discussione con Isabelle Durant, tramite Gil Caroz a Bruxelles; appuntamento preso per la prossima settimana con Clémentine Autain.
-                Carla ha avuto oggi una lunga conversazione sul caso Rafah con uno dei nostri amici; la maniera di intervenire più efficace è in discussione.
-                Contatto preso con un’alta personalità suscettibile di intervenire presso le autorità del paese.
-                Il direttore aggiunto del gabinetto di Alain Juppé segue personalmente l’affare, e conosce l’importanza che riveste il caso Rafah ai nostro occhi ; egli mi ha dato utili informazioni per i contatti che posso prendere.
-                Discussione con Laurent Le Vaguerèse e Sophie de Mijolla sula possibile organizzazione di un meeting alla fine della prossima settimana.
-                Un nuovo slancio da dare alla mobilizzazione degli psicoanalisti e dei loro amici per la liberazione di Rafah.
JAM

LQ 34
FIRME:
Olivier BESANCENOT (da Michel Bidaux)
Il senatore Robert HUE (comunicato dalla sua segreteria)


LQ 33
NATHALIE LACEUR. Ramulte per Rafah! Nella regione di lingua olandese del Belgio, è Ramulte per Rafah! Ieri è apparso un articolo del giornale De Morgen. Riferirsi a questo articolo nei nostri invii ai politici di lingua olandese può facilitare l'azione. Un amico, portavoce di Karel De Gucht, Commissario europeo incaricato del Commercio, mi conferma che quest'ultimo prenderà personalmente contatto con la sua collega Catherine Ashton, l'Alta rappresentante per gli Affari esteri dell'UE, per domandarle di sbrigare le pratiche diplomatiche che possono favorire la liberazione della Signora Nached. Be continued... Una lettera è inviata da diverse vie a Guy Verhofstadt, ex primo ministro del Belgio e presidente della frazione dei Liberali nel Parlamento Europeo. Un uomo che si è battuto per liberare l'artista Ai Weiwei... quindi! Herman Van Rompuy, il presidente dell'Europa, che cosa può fare? Si attende una risposta alla nostra lettera. Un altro amico, che lavora al Ministero degli Affari Esteri mi confermerà se il caso Rafah sia stato evocato durante una seduta plenaria sui diritti dell'uomo alle Nazioni Unite a Ginevra. Nel frattempo tenta di ottenere la firma del Ministro Vanackere.

MARIE-CHRISTINE GIUST. Ségolène. Rientro questa sera da Caen dove ho potuto incontrare  Ségolène, le ho trasmesso, a nome dell'ECF, la petizione “Du Raffut pour Rafah”, così come alcuni vostri comunicati precedenti, in cui ci date una parte di informazioni e di analisi della situazione, sia di Rafah che del modo in cui la psicoanalisi è ora spinta ad investirsi nel campo politico. A presto, piacere di sentirvi, voi che avete improvvisamente il vento in poppa!

FREDERIQUE BOUVET. Una politica del desiderio. Domenica scorsa a Saint-Germain-des-Prés, si teneva il primo Seminario della Règle du jeu, intitolato “Rompere il gioco di Lacan”. Questo dibattito aveva come invitati Jacques-Alain Miller, Philippe Sollers e Anaelle Lebovits-Quenehen. Quest'ultima ha avviato la discussione con un testo molto bello intitolato “ Delle pinne e delle ali”. Nel testo ci indica che da un lato, ci sono quelli che si confrontano al reale, che leggono Lacan e che decidono di saperne qualcosa e che dall'altro lato, ci sono quelli che restano in una posizione fantasmatica, nell'ignoranza del loro proprio odio e che fanno di Lacan, l'oggetto del loro orrore, “uno squalo bianco”; Jacques-Alain Miller incarna per questi ultimi “I denti taglienti dello squalo bianco”. Lui, di cui si è voluto cancellare il nome in questo ritorno lacaniano: “Elisabeth Roudinesco ha voluto seppellirmi vivo”. Mentre Philippe Sollers si rallegrava che “Vita di Lacan” fosse un best seller e che “Lacan sia sempre più vivo”,  Anaelle Lebovits-Quenehen ricordava che quando era vivo, si è voluto svuotare i luoghi in cui insegnava di Lacan e che morto, si è voluto svuotarlo della sua singolarità.
L'ultima parte del dibattito ha riguardato la politica. Jacques-Alain Miller ha opposto la politica del desiderio a quella del sogno che designa “la realizzazione illusoria di un desiderio” e non un desiderio deciso. “Fare sognare, è l'abiezione (...) ciò suppone che il popolo ami essere ingannato”. Ha reso omaggio a BHL che ha fatto vergognare i governanti e “che è riuscito a toccare un punto di reale con Benghazi”. Occorre far sognare con uno slogan come “il XXI secolo è lacaniano”? No! Questo secolo “parte su premesse anti-lacaniane” con lo scientismo, la valutazione. E' un secolo quantitativo. Quindi continuiamo la lotta per una politica del desiderio.

CATHERINE LACAZE_PAULE: Un valzer a mille tempi, un valzer ha ripreso i tempi, un valzer che dura da otto anni. E' ripartito per un giro: è il valzer del vecchio decreto di psicoterapeuta! Seguito dalla mobilizzazione dei sindacati accanto a dei parlamentari tra cui il presidente dell'assemblea parlamentare Signor Accoyer, la riscrittura dell'allegato del decreto è stata decisa dai due ministeri, quello del lavoro, dell'impiego e della sanità da una parte e quello dell'insegnamento superiore e della ricerca dall'altra. Peraltro il ricorso in consiglio di stato domandato dal sindacato Nazionale Psicologi, della federazione francese degli psicologi e di psicologia, dal SIUEERPP, dalla Società francese di psicologia e dal sindacato UNSA Sanità Sociale e dalla CGT sarà giudicato il 21 settembre. Ci si domanda come le commissioni regionali di riconoscimento del titolo di psicoterapeuta nominate dal Presidente dell'Agenzia regionale di sanità trattino dei dossiers che hanno nelle loro mani dal giugno 2001. Sono già otto anni che l'emendamento Accoyer ci fa girare la testa ed ancora non è finita. Dunque a seguire.


FIRME:
Clémentin AUTAIN
Jean-Luc MÉLCHON (candidato Fronte della sinistra alle elezioni presidenziali; da Gérard Miller)
Isabelle DURANT (vicepresidente Parlamento Europeo; da Gil Caroz)
Jean-Françoise COPÉ (deputato, segretario generale dell’UMP; da Alexandre Adler)
Rama YADE (ex-ministro, membro del Partito Radicale; da Catherine Orsot-Cochard)




LQ 32


RAQUEL CORS ULLOA. Da Santiago de Chile. Ho inviato un twitt a Carlos D Mesa, ex-presidente della Bolivia, storico e scrittore, (Carlos è stato il mio capo quando lavoravo in TV) gli ho domandato la sua opinione sul caso della psicoanalista arrestata in Siria. La sua risposta è arrivata in un messaggio diretto, non pubblico…
Carlosdmesag https://twitter.com/ La questione della Siria è, oggi come oggi, una questione tutta ingiusta e bruttale    da 7 ore.




COMUNICATI RAFAH Traduzioni e revisioni :
Paola Bolgiani, Beatrice Bosi, Monica Vacca, Davide Pegoraro, Fedra Bucelli, 
Alide Tassinari, Maura Musso, Michele Bianchi, Maria Laura Tkach, Maurizio 
Mazzotti, Sergio Sabattini, Roberta La Barbera, Loredana Zani, Maria Rita 
Conrado, Maria Nicotra, Sara Bertorotta, Fabio Galimberti, Rosanna Alvarez, 
Adele Succetti, Rosa Elena Manzetti, Maura Musso, Giuliana Zani, Laura 
Rizzo, Stefano Avedano, Gabriele Grisolia, Roberta Margiaria, Isabella 
Ramaioli, Roberto Cavasola, Loretta Biondi, Brigitte Laffay, Alberto 
Turolla, Carlo Viganò, Silvia Morrone, Isabel Capelli, Maria Teresa Dolfin





PETIZIONE PER RAFAH NACHED

LIBERATE RAFAH!

BACCANO PER RAFAH!



Domandiamo alle autorità siriane la liberazione immediata e incondizionata di Rafah NACHED

La celebre psicoanalista, formata a Parigi, è attualmente reclusa, dopo essere stata arrestata sabato 10 settembre alle ore 1,30 del mattino all'aeroporto di Damasco, mentre stava per imbarcarsi per Parigi, dove sua figlia sta per partorire. Essa è innocente di tutto ciò di cui è sospettata.

Domandiamo ai governanti e alle organizzazioni internazionali di fare in fretta : Rafah ha 66 anni, è malata di cuore, la sua vita è in pericolo!
Gli psicoanalisti del mondo intero si mobiliteranno in sua difesa.
Se anche voi desiderate dare il vostro sostegno a Rafah, ENTRARE QUI



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COMUNICATO



La Signora Isabelle Durant, Vice Presidente del Parlamento Europeo, che ha 
copresieduto con Jacques-Alain Miller il Forum delle donne del 9 ottobre 
2011, ci comunica il testo di una risoluzione d’urgenza negoziata tra i 
gruppi politici del Partito Ecologico, domandante la liberazione di Rafah. 
Questa risoluzione verrà votata oggi a Strasburgo in plenaria, insieme ad un’altra 
risoluzione più completa sulla situazione in Siria.


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October 02, 2011 
COMUNICATO DI JACQUES-ALAIN MILLER DELLE 7,00 DI QUESTA MATTINA
Il Sito Blog di Lacan Quotidien
Costruito artigianalmente dalla famiglia Francboizel, Mina, Mark, Viktor e William, è aperto da oggi, 2 ottobre, all’indirizzo:
www.lacanquotidien.fr Amministrazione: Kristell Jeannot, Segretario editoriale di LQkristell.jeannot@gmail.com con Anne Poumellec annedg@wanadoo.fr e Eve Miller-Roseeve.navarin@gmail.com
Cara Kristell,caro Mark,
il nostro sito Lacan Quotidien è on line. Sarà annunciato da un comunicato di Jacques-Alain Miller. Un po’ di tremarella, molta gioia di questo RDV all’indirizzo www.lacanquotidien.fr finalmente aperto al pubblico, grazie a voi! Bravissimi! E un grazie immenso!
Buon lavoro a Kristell per il seguito!Staremo tutti con l’orecchio teso per trovare le astuzie di wordpress, e aiutare progressivamente per una buona organizzazione.
Buone cose,
Eve


Contemporaneamente, a Buenos Aires, l’AMP, Associazione Mondiale di Psicoanalisi, con il concorso dell’EOL, Escuela de la Orientacion Lacaniana, mette on line  IL CINCOLENGUASBLOG « DU RAFFUT POUR RAFAH ! » : liberezrafah.blogspot.com Amministrazione Mauricio Tarrab, Presidente dell’ EOL mauricio.tarrab@gmail.com
BLOGS DI TUTTI I PAESI
Per la liberazione di Rafah !
contro la dittatura, per la democrazia, per le libertà di espressione e di associazione, COLLEGATEVI CON 
InterBlogs World Connection for Freedom
Connettori
Jacques-­‐Alain Miller ja.miller@orange.fr Mauricio Tarrab mauricio.tarrab@gmail.com
JACQUES-­‐ALAIN MILLER RISPONDE Alle DOMANDE DI MARTIN QUENEHEN
A voix nue
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In generale i membri della SLP, oltre alla Presidente e ai membri del Consiglio SLP hanno invitato conoscenti, amici ed altri a firmare l’appello per Rafah. Di questi non disponiamo della verifica finale.

Anche docenti e allievi dell’Istituto Freudiano hanno firmato e invitato a firmare. Anche qui senza disporre di una verifica esatta.

In particolare:

Antonio Di Ciaccia ha fatto pervenire la petizione a Giorgio NAPOLITANO, Presidente della Repubblica Italiana. Non sappiamo se firmerà o no.

Sempre attraverso ADC  le seguenti personalità hanno firmato la petizione:

Massimo CACCIARI, filosofo e ex sindaco di Venezia.
Colin FIRTH, Oscar  pour le film The King’s speech.
Livia GIUGGIOLI, sa femme, productrice, me demande de signer pour elle aussi.
Ernesto BOLLEA, neuropsichiatra, psicoanalista IPA, professore all’Università (Roma)
Viva TEDESCO, professore di lettere antiche
Sarantis THANOPULOS, Psicoanalista IPA a Napoli
Gemma TRAPANESE, Psicoanalista IPA a Napoli
Carlo FRANCI, compositore e direttore d’orchestra
Francesca FRANCI, cantante lirica
Cabiria FRANCI
Nathalie SIGNORINI, regista
Franca SIGNORINI, psicoterapeuta
Anna SIGNORINI, traduttrice
Carlo Bonadies, edizioni Giulio Einaudi
Nadia FUSINI, Professore, Università di Roma “La Sapienza” e Istituto Superiore di Scienze umane
Felice CIMATTI, Professore, Università di Calabria
Stefano VELOTTI, Professore, Università di Roma “La Sapienza”
Diego CENTONZE, Professore, Università di Roma “Tor Vergata”
Stefano VERDICCHIO, edizioni Quodlibet


Tramite Alessandro Arena ( SLP) in contatto con la Presidente  SLP- Paola Francesconi- hanno firmato le seguenti personalità:

Rui Tavares, parlementare europeo (gruppo dei VERDI), indipendente portoghese
Nikolaos Chountis, parlamentare europeo (gruppo GUE/NGL), del partito SYRIZA (Grecia)
Maurizio Gressi, Capo della segreteria della Commissione dei diritti umani del Sénato italiano.
Giuliana Sgrena, journaliste (Il Manifesto), envoyée au moyen orient www.giulianasgrena.it
Roberto Musacchio, ex parlamentaire européen, Sinistra Ecologia Libertà (gauche écologie liberté, Italie)

Tramite Paola Francesconi hanno firmato le seguenti personalità:

Alessandro Russo, professore di Sociologia –Università di Bologna
Claudia Pozzana, professore di letteratura cinese- Università di Bologna



Inoltre tramite l’ Istituto Freudiano è stata inviata l’informativa e la petizione a

Report
Inviato il comunicato, , a:
e.zampanutti@radicali.it – Nessuno tocchi Caino
pe.russo@governo.it – Min. Pari Opportunità – Ufficio Stampa (06/67792222)
u.comunicazione@gruppoabele.org – Gruppo Abele
segreteria@italiadeivalori.it – Segreteria Italia dei Valori
r.seghetti@partitodemocratico.it – Capo Ufficio stampa (331.6920962)
cosimo.rossi@rifondazione.it – Capo Ufficio Stampa (334.6044928)
segreteria.roma@radicali.it
banti@pressenza.org – Capo Ufficio stampa – Francesca Banti (335.7792718)
ufficiostampa@paolofedeli.it – Ufficiostampa Sinistra Ecologia e Libertà (335.12505556)
marco.ferrazzoli@cnr.it – Ufficio Stampa CNR – 06.49933383
info@amnesty.it


Rassegna Stampa

Istituzionali
Rassegna stampa www.governo.it <http://www.governo.it>
Casa Internazionale delle Donne <http://www.casainternazionaledelledonne.org>

Giornali – Cartacei
Il Riformista- ha pubblicato un articolo
L’Avvenire  - ha pubblicato un articolo segnalato anche dal Blog di Marco Focchi
http://www.zeroviolenzadonne.it/rassegna/pdfs/93402e1ed1770b96ff061ee27164a76e.pdf

Agenzie di Stampa
AdnKronos International
TMN News
Ansa – inviato  anche un comunicato ufficiale della presidente SLP

Aggregatori di notizie e siti internet
Virgilio.it

Dalle agenzie di stampa e gli aggregatori di notizie si è diffusa su numerosi siti web

Facebook
Abbiamo avviato una importante raccolta di adesioni anche tramite i Social Network e tutti i canali a disposizione su FB.
Blog di Marco Focchi, in cui è stata pubblicata la petizione  


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Comunicato di Jacques-Alain Miller delle 14,20

Il sito de "La regle du jeu" ha appena pubblicato le notizie diffuse nel 
Lacan Quotidien di stamattina.
http://laregledujeu.org/2011/09/27/7175/syrie-noam-chomsky-et-carla-bruni-signent-lappel-pour-rafah/
Carla prepara una lettera aperta.Essa tenta di raggiungere Lula, che riceverà una Laurea honoris causa alle17,30 a Parigi.Inoltre si accinge a raggiungere le amiche che essa ha tra le mogli deipresidenti e capi di governo.
Signor Al-Assad, apra quella porta! Liberi Rafah! 



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PETIZIONE PER RAFAH NACHED

LIBERATE RAFAH!
BACCANO PER RAFAH!


Domandiamo alle autorità siriane la liberazione immediata e incondizionata di Rafah NACHED
La celebre psicoanalista, formata a Parigi, è attualmente reclusa, dopo essere stata arrestata sabato 10 settembre alle ore 1,30 del mattino all'aeroporto di Damasco, mentre stava per imbarcarsi per Parigi, dove sua figlia sta per partorire. Essa è innocente di tutto ciò di cui è sospettata.
Domandiamo ai governanti e alle organizzazioni internazionali di fare in fretta     : Rafah ha 66 anni, è malata di cuore, la sua vita è in pericolo!

Gli psicoanalisti del mondo intero si mobiliteranno in sua difesa.

Se anche voi desiderate dare il vostro sostegno a Rafah, inviate una mail a: